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La porta al mistico regno di Shambhala

Shambhala, nella tradizione del Buddhismo tibetano, è un Regno Mistico nascosto in qualche luogo dell’Asia centrale. Gli antichi scritti raccontano che si può arrivare a Shambhala con un viaggio difficile ed estremo, attraverso il deserto e le montagne, e chi riesce a compiere il percorso, ed è dotato di uno spirito illuminato, si troverà davanti il sentiero che lo condurrà alla Terra Pura. 

Ma, naturalmente, l’idea del viaggio è solo una metafora, perché, dalle parole del Dalai Lama: “Oggigiorno nessuno sa dove Shambhala sia. Nonostante si dica che esista, la gente non riesce a vederla, o comunicare con essa. Alcuni sostengono sia localizzata in un altro mondo, altri che sia una terra perfetta, un posto dell’immaginazione. Alcuni dicono che fu un luogo reale che ora non può più essere trovato. Altri credono ci siano delle aperture in questo mondo che ne permettono l’accesso. Qualunque sia la verità, la ricerca di Shambhala inizia come un viaggio esterno per diventare, poi, un viaggio di esplorazione interna e di scoperta”.


In Mongolia, in un luogo altrettanto mistico come il deserto del Gobi, si è sviluppato il culto di Shambhala intorno alla figura di Danzan Ravjaa, uno dei più grandi e influenti intellettuali nella storia mongola, che all’età di otto anni fu riconosciuto come la quinta reincarnazione del Lama del Gobi.

E oggi i fedeli accorrono qui per attraversare il portale che conduce al mistico regno di pace e giustizia, attraverso un preciso rituale che inizia alle prime luci dell’alba, assorbendo l’energia dai raggi del sole.


La figura della donna ha un ruolo centrale nel pensiero filosofico di Danzan Ravjaa. Egli creò due luoghi sacri di riferimento (Ovoo in mongolo) a forma di mammella. E lì, ogni mattina, sotto i primi raggi del sole, si tiene una cerimonia durante la quale le donne spruzzano di latte le due sacre pietre mentre compiono tre giri intorno a esse, celebrando il giorno che nasce e la maternità.


Il rituale prosegue recandosi alla torre campanaria, edificata in corrispondenza di una piccola collinetta dove Danzan Ravjaa era solito meditare e pregare per una società più giusta. Per spargere nel mondo le preghiere di pace la campana viene suonata da ogni pellegrino con tre rintocchi. 


Il passo successivo del rituale è la preghiera al monastero principale, Khamaryn Khiid, fondato da Danzan Ravjaa e ricostruito dopo le purghe del periodo filosovietico, circondato da 108 stupa.


Successivamente ci si sposta alla Bayanzurkh Uul, la più famosa delle montagne sacre del Gobi orientale, che ospita lo spirito della terza reincarnazione del Lama del Gobi. Questo sito era originariamente dedicato ai culti sciamanici, ed in seguito vi fu costruito, vicino alla sommità, un tempio di meditazione buddista. Oggi questa piccola montagna è molto visitata in quanto si crede che sussurrando i propri desideri ai cumuli di pietra sulla sommità questi si avverino.

Le donne possono spingersi a pregare sino al cumulo di pietre che sorge a metà del pendio.

Mentre alla cima possono accedere solo gli uomini e lì il rituale si conclude versando vodka, pregando e girando attorno allo stupa sommitale, mentre lo sguardo spazia sull’infinità del deserto del Gobi.


Danzan Ravjaa fu anche artista, compositore, educatore, scrittore, riformista, astronomo, architetto e guaritore. Il suo carisma e la sua visione ha influenzato lo sviluppo della cultura mongola e continua a ispirarla oggi. È l’autore di “Ulemjiin Chanar”, in inglese “The perfect beauty“, un’ode alla perfezione della donna che è oggi la piu’ importante canzone popolare mongola.

Your perfect qualities

are like colors reflected in a mirror.

I see your shining face, my dear,

and truly you have captured

my entire mind and body.

Like the cuckoo’s song,

you relieve the stress in my mind.

Your kind words are gentle, my dear,

with such kindness you sit

and offer comfort.

Your elegant body,

borne upon the breeze,

is beyond words, my dear.

Like the scent of red sandalwood,

you more and more entrance my thoughts.

Like the taste of honey

flowing from the heart of the lotus,

joy in you, my dear,

makes me ever happier,

happier beyond belief.

In this human age,

to do what you wish

is to wish for the things of heaven.

Afloat upon the ocean of deep enjoyment,

let us be joyful together.

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