L’Eritrea è un paese misterioso, povero, con una popolazione oppressa dalla dittatura e resa ancora più povera ed emarginata dall’isolamento perpetrato dalla comunità internazionale. Eppure è uno dei paesi più piacevoli da visitare, ancora legato ai ricordi dell’esperienza coloniale italiana, con una popolazione socievole, amichevole, sempre sorridente e con la bellezza semplice, genuina, affascinante delle sue donne.
Per le vie di Asmara dove cristiani e musulmani convivono in completa pacificazione.
A Keren, la gradevole cittadina-giardino, dove il lunedì si tiene il vivace mercato del bestiame.
Ad Akordat incontriamo una donna di etnia Beni Hamer, con i segni sul viso e due occhi profondi come il mare
Spostandoci più a occidente arriviamo a Mogolo, territorio dei Nara. Visitiamo il mercato. Sono tutti molto sorpresi di vederci lì. I loro sguardi, curiosi e diffidenti.
Ci siamo spinti fino alla parte occidentale del paese, zona proibita agli stranieri da diversi anni, e abbiamo scoperto la sorpresa negli occhi dei bambini, molti dei quali non avevano mai visto prima dal vivo dei bianchi. Abbiamo così conosciuto il bellissimo gruppo etnico dei Cunama, visitando un villaggio nei dintorni di Barentù.
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